Produrre oltre 2 milioni di tonnellate all’anno di compost.
Cosa mettere nell’umido: istruzioni per l'uso
Seleziona bene cosa far entrare nell’umido
L’umido organico costituisce una quota di quasi il 40% del totale della raccolta differenziata in Italia. Dal 1° gennaio 2022 la sua raccolta differenziata è obbligatoria in tutti i Comuni italiani, insieme con gli imballaggi in plastica biodegradabile come previsto dal Testo Unico Ambientale.
La frazione umida è la parte dei rifiuti organici, ricca di acqua. Si tratta principalmente di scarti alimentari e, più in particolare, di elementi putrescibili.
Come riciclare l'umido in casa? La sua raccolta differenziata e il suo trattamento specifico consentono di evitare fonti di inquinamento (del terreno e delle acque con i liquidi percolati e dell’atmosfera con il biogas) mentre, al contrario, la sua gestione separata dal resto dei rifiuti domestici, mediante appositi bidoni e sacchetti compostabili per la raccolta dell'umido, consente la creazione di compost utilizzabile come nutrimento per la rigenerazione dei suoli.
Come si raccoglie l'umido
I rifiuti organici vanno inseriti in sacchetti biodegradabili e compostabilii certificati secondo la norma EN 13432, come quelli in bioplastica: si consiglia di non riempirli troppo per evitarne la rottura. Il contenitore che contiene il sacchetto di bioplastica compostabile, ossia il bidoncino per la raccolta dell'umido, deve essere forato per garantire una buona aereazione. In questo modo sarà possibile raccogliere in appartamento la frazione umida dei rifiuti senza creare odore. Solo un'adeguata aereazione, infatti, permette che non si inneschi il processo di degradazione e impedisce la formazione di liquami sul fondo, diminuendo in modo sostanziale la formazione di odori ed il proliferare di insetti.
I rifiuti organici raccolti in modo differenziato vengono portati agli impianti di compostaggio o di digestione anaerobica, dove mediante un processo controllato si decompongono fino a diventare compost utilizzabile in agricoltura e nelle attività di florovivaismo, in alternativa ai concimi chimici.
Domande?
- Scarti di cucina, avanzi di cibo
- Piccole ossa, scarti di frutta e verdura
- Bastoncini in legno per gelati
- Fondi di caffè e filtri di tè (leggere bene la confezione)
- Alimenti avariati e scaduti
- Tappi di sughero
- Resti vegetali, quindi piante, fiori, erba, ma in piccole quantità
- Tovaglioli di carta sporchi di cibo
- Escrementi di animali di piccola taglia
- Imballaggi, stoviglie, posate e bicchieri monouso in plastica biodegradabile e compostabile certificati EN 13432
- Lettiere per animali (a meno che non siano biodegradabili)
- Carta per confezioni alimentari (carta oleata, plastificata o con alluminio)
- Pannolini e assorbenti
- Mozziconi di sigaretta
- Polvere o altri materiali derivanti dalla pulizia della casa
- Sacchetti dell'aspirapolvere
- Tessuti
- Legno verniciato
- Piante malate
- Plastica, vetro, metalli
Ogni anno, il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile dislocati su tutto il territorio nazionale
Immagazzinare nel terreno 375.000 tonnellate di carbonio organico.
Risparmiare 4,3 milioni di tonnellate/anno di carbonio.